La puttana e il buon vinello

Mi spiace di non tenere il tempo per pensare. E al tempo faccio pensiero che la mia pretesa di autoreferenzialità rifugge dalle visite... Col tempo mi rendo conto che la miriade di cose - che, seppur termine generico, fìa l'idea -, circolanti sul web non mi fanno sentir men solo.
Forse accade l'inverso: fossimo stati due o tre a loquarci periodicamente, mah, perdìo, sarebbe stato meglio. Molto più visibili e men inosservabili. E invece, la moltitudine... Un senso strano mi combatte, se rifuggirla attivamente o passivamente accettarla: bene, me n'andrò da solo ramingo per desolati TCP\IP e cangianti http://... ma poi, chi si ricorderà?! Un problema me pòstomi. Fùroreròicamènte distillarmi dal marcio mi farà sì vin pregiato, e se non pregiato, almen unico. Fatt'è che nella cantina si beve il vino in botte, quello che, soluto in se stesso - l'accento su se non ce vo', me l'ha detto la Crusca l'altroieri - quello che soluto in se stesso si fa assaggiare dai più. Quindi sarei né più né meno che una meretrice d'alto borgo, e il resto son tutte prostitute di Via del Campo. Ma quanto si lavora se tutti i clienti van dalla puttana di quartiere, che fa un prezzo modico ed egual piacere, mentr'invece l'etèrea quivi presente sdegna ogni sguardo d'un passante al passaggio? Meno impreziosirsi, dunque...
Il blog abbandona la sua pretesa d'autoproduzione, giacché nient'è nuovo sotto il sole cocènte e tutto è rubato al passato, la pretesa d'autoreferenzialità, poiché le cose autoreferenziali me le leggerò pe'mmé, ché n'interessan'a'nnessuno, e la pretesa d'autarchia, ché tutt'è coercitivamente assimilato, fatto proprio, poi rielabolato: lo stesso dono precedente, ma ha un pacchetto smerigliato, e il fiocchetto cromato!

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